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Le Marlboro di Sarajevo

16,00

Jergović è uno scrittore epico; possiede la capacità di lasciar parlare l’oggettività delle cose e degli avvenimenti, di cogliere la storia di un individuo o di un paese nei dettagli più concreti, con sobria essenzialità. Claudio Magris

Autore: Miljenko Jergović
Traduzione: Ljiljana Avirović
Prefazione: Claudio Magris
Postfazione: Ljiljana Avirović
Collana: Estensioni / 13
Anno: 2019
Formato: 13×20
ISBN: 9788899368562

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Disponibile in e-book

Informazioni aggiuntive

Peso 0,2 kg
Dimensioni 13 × 2,5 × 20 cm

Descrizione

Il libro è stato scritto mentre la guerra devastava quella bellissima e composita città che è Sarajevo. Narra le storie di quei giorni, viste dalla parte degli assediati, legando una vita all’altra, la sorte di un uomo a quella di una donna, di una casa indenne a una colpita dalle cannonate. Ne risulta un racconto corale, di amore e malinconia per una terra distrutta, ma privo di lamenti inutili, accettando l’inevitabilità della sorte e degli accadimenti. È un compendio di feroci pugni allo stomaco, in cui il conflitto balcanico fa da sfondo ai bislacchi protagonisti, sempre in bilico tra quotidianità e sopravvivenza.

MILJENKO JERGOVIĆ (1966), romanziere, poeta, giornalista e sceneggiatore, nonché maestro del racconto breve, è senza dubbio uno dei maggiori talenti letterari della sua generazione. Nasce a Sarajevo, dove compie studi in filosofia e sociologia. Nel 1994, durante l’assedio di Sarajevo – magistralmente tratteggiato nella raccolta di racconti Le Marlboro di Sarajevo (premio Erich-Maria Remarque in Germania) – decide di lasciare la città natale per trasferirsi a Zagabria, dove tuttora vive e lavora. La guerra, l’assedio, la fuga, il doloroso disgregarsi di una comunità, la nostalgia, ma anche gli affreschi commoventi e fiabeschi della propria infanzia, l’intrecciarsi di destini familiari e collettivi, saranno temi ricorrenti anche nelle opere successive. I suoi libri sono stati tradotti in una ventina di lingue e la lunga serie di premi e riconoscimenti letterari – tra cui, in Italia, il Grinzane Cavour nel 2003 per il libro Mama Leone e il premio Tomizza nel 2011 – lo consacra non solo come autore di fama internazionale ma anche come autentico erede dell’eccellente tradizione narrativa bosniaca e della migliore letteratura del Paese che una volta è stato la Jugoslavia. Per Bottega Errante ha pubblicato Radio Wilimowski (2018); Le marlboro di Sarajevo (2019) e Il padre (2020).
LJILJANA AVIROVIĆ (1949) è docente universitaria presso la SSLMIT (ex Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, ora IUSLIT) dell’Università degli Studi di Trieste. Insegna teoria e pratica della traduzione dall’italiano in croato o serbo, nonché teoria e pratica della traduzione specialistica in italiano e in croato o serbo. Diversi i riconoscimenti e premi per la traduzione. Ha tradotto in croato U. Saba, C. Magris, M. Madieri, F. Tomizza, C. Sgorlon, F. Vegliani, Santarcangeli, J. Zanetti; in italiano M. Jergovic, D. Velikic. I. Stiks, O. Spahić; dal russo M. Bulgakov, C. Ajtmatov, B. Pasternak, M.J. L’ermontov.

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