Descrizione
Fosca, la bambina «magra, magrissima, […] scura di colorito e mora di capelli e di occhi», figlia selvatica di una famiglia sfortunata, si erge a personaggio centrale di questa nuova opera di Luigina Battistutta: La bambina che non parlava si manifesta come una toccante storia d’amore materno tra Daria, la giovane “signora” che torna a Marsure, il paese natale della Pedemontana friulana, da Alessandria d’Egitto, e Fosca. L’Autrice, con la sua lingua colloquiale e luminosa, centra il suo obiettivo sulla piccola ranocchia monella, che fugge raminga e timorosa tra i pascoli e i magredi, delineandola in maniera accattivante e originale, e catturando così fortemente il lettore: ne esplora l’anima, la sua esistenza; coglie i tratti peculiari della sua singolare personalità di bambina che non parla, portandola a una vita di semplicità dignitosa e di gioia, e insieme ritrae con trasporto l’amato Friuli, la fascinosa terra atavica con le sue tradizioni e le sue feste. Nel contesto di questo romanzo, così tipicamente friulano, s’innesta poi la storia dell’amore forte e sognante del maestro Facchin per Daria, lontana; è un amore che supera i confini della caducità del tempo, che si fa attesa e speranza. Luigina Battistutta rende, con capacità psicologica, le caratteristiche di apostolo sociale ed educativo del maestro Tito Facchin. La scrittrice friulana conduce la sua fabula, delicata e viva, talvolta lacerata dai drammi dell’esistenza, a una conclusione umanissima di fiducia nella vita, e di festa.
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