Descrizione
Il grande pittore, nato a Venezia il 6 giugno 1884, era inquieto. Da ragazzo, riluttante, aveva dovuto studiare al Collegio della Badia Fiesolana diretto dai Padri Scolopi, alle porte di Firenze. Poi una folgorante ispirazione pittorica e un multiforme apprendistato artistico lo conducono ai fasti veneziani di Ca’ Pesaro. Gino Rossi conobbe la miseria, la solitudine, l’oblio dei cosiddetti amici, con i quali era di casa, nel primo decennio del Novecento, alla celebre Osteria alla Colonna di Treviso, dove si era costituito un vivace circolo culturale dominato da Arturo Martini, il futuro celebre scultore. È ancora giovanissimo quando si manifestano i primi segni della malattia psichica che lo tormenterà per l’intera esistenza: viene ricoverato infatti in diversi ospedali psichiatrici. Muore a Treviso, per collasso cardiaco, il 16 dicembre 1947. Giovanni Tonellato e Nicola Tonelli hanno scritto, a quattro mani, un’opera coinvolgente, alternando due registri di scrittura: uno che vede l’io narrante impersonato dall’umanissimo oste della Colonna, e l’altro dato dal diario che gli Autori attribuiscono a un Gino adolescente, negli anni in cui frequentava il Collegio dei Padri Scolopi. Il pittore inquieto e la ragazza del fiore racconta soprattutto dell’internamento di Gino Rossi al manicomio Sant’Artemio di Treviso, abbandonato da tutti tranne che da Marina, una ragazza costretta dal patrigno fascista alla segregazione, che mostrerà affetto e premure per il pittore: nel giorno del funerale, desolato e quasi deserto, alla Madona Granda di Treviso deporrà sul suo feretro un fiore bianco. L’opera è bella, ispirata, accattivante. La narrazione dell’oste è più realistica, concreta, avvincente, punteggiata da diverse storie al femminile, mentre il diario inventato di Gino Rossi è più poetico e psicologico, più sognante e incantato. Questo “romanzo” onora il grande pittore tracciandone una biografia singolare e affascinante.
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