Descrizione
Lo scrittore ceco Jan Weiss, ferito sul fronte russo durante la prima guerra mondiale, giace in una baracca militare in preda a incubi e allucinazioni. Ne Il Palazzo a mille piani egli racconta un sogno estremo, ma non è il delirio a guidarlo bensì la profezia intesa nel suo significato più profondo: immaginazione anticipata o divinazione riguardo alla società e al destino futuro degli uomini. Una visione dantesca accompagna questa sua ricognizione incalzante che spalanca agli occhi del lettore un inferno orrido, moderno e attuale, con un realismo esasperato e, insieme, fa emergere le categorie di un’umanità dolente e tenerissima. L’ispettore Petr Brok, come un cavaliere medievale senza macchia e senza paura, dà la caccia all’Artefice dell’orribile grattacielo a mille piani, dove “soggiornano” i dannati, cioè gli uomini schiavizzati da un disegno concreto e alienante di globalizzazione. Rendendosi invisibile, Petr Brok attraversa i piani mai perdendo la propria fisionomia di uomo vero (s’innamora perfino della reclusa principessa Tamara) e, dopo infinite peripezie e colpi di scena, giunge al luogo del Potere abitato, non da un superuomo, ma da un nano crudele. Jan Weiss incide tutto ciò in un affresco concitato e sconvolgente, sul ritmo visivo e visionario (s’incontrano infatti messaggi pubblicitari, scritte d’insegne, pannelli luminosi…) di un surrealismo a suo modo iperrealista, e dentro il movimentato intreccio di un thriller continuo e catturante.
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